

La nostra felice pazzia
- Di Peppino Caldarola
La vecchia “Civiltà delle macchine” era edita da Finmeccanica, questa “Civiltà delle Macchine” è edita da una Fondazione che, guidata da Luciano Violante, si inoltrerà nei terreni difficili della ricerca e del dialogo interculturale, avendo alle spalle non un mecenate ma una impresa radicata in questo Paese. La seconda motivazione è insita nella testata. Oggi dire “macchine” può sembrare troppo poco in epoca di intelligenza artificiale, in cui le macchine spesso non si vedono, eppure ora sentiamo più pressanti i temi del dialogo tra culture che insieme si interrogano sull’etica e sull’umanità. Non faremo una rivista patinata, niente ricchi premi e cotillon, ma articoli anche lunghi [...]
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Mio fratello robot
- Di Roberto Cingolani
- Di Daniele Andresciani
Questo importante avanzamento solleva tuttavia molti interrogativi di carattere etico e di regolamentazione, di cui non possono essere sottovalutati gli effetti in termini di sostituzione della forza lavoro o persino di una possibile futura convivenza tra le due “specie”: l’uomo e il robot. È però nel nesso corpo-mente, caratteristica umana difficilmente eguagliabile dalla realizzazione di un computer, il limite più importante della robotica e che rende di fatto l’uomo non replicabile con una macchina. Nella Grecia antica, il termine banausia (da banausos, “artigiano”, “lavoro manuale, meccanico”) veniva usato per riferirsi al lavoro manuale e all’arte meccanica in generale, con una [...]
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Saper fare saper pensare
- Di Alessandro Profumo
In questa scelta si coglie l’essenza del progetto: contaminare le due culture, quella umanistica e quella scientifica, per arricchirle entrambe. Voglio rileggere con voi alcuni passi di una lettera che Luraghi scrisse a Sinisgalli un anno dopo: «Non esiste in Italia né, credo, altrove una pubblicazione come questa, in cui vediamo il poeta stupirsi di una caldaia a vapore, l’ingegnere godersi i meccanismi di vecchi catenacci, l’architetto escogitare alfabeti nuovi, il matematico creare topi elettrici, il pittore bambino raffigurare fate e angeli al posto di macchine e uomini. È il gioco pericoloso della vita visto in un castello incantato, la bellezza dello stupore e dell’ottimismo: i numeri [...]
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Un nuovo intreccio tra umanesimo e scienze
- Di Luciano Violante
Fu ammirata anche per l’eleganza, che era frutto di una idea unitaria della cultura e della civiltà umana. «Scienza e poesia non possono camminare su strade divergenti» aveva scritto Leonardo Sinisgalli nel 1951. La sua rivista fu la strada sulla quale, in quella fase straordinaria della trasformazione industriale dell’Italia, per la prima volta, poesia e tecnica camminarono strettamente intrecciate.
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